Come ci si aspettava il turista cinese ha cambiato e sta cambiando le sue abitudini e i suoi desideri.
▶️raffinatezza, è cultura, è arte.
▶️paesaggi e scenari, da godere e immortalare.
▶️ uno stile di vita (“la dolce vita” di Fellini è un film famoso anche in Cina), da provare, godere almeno in viaggio e cercare di simulare e riproporre a casa propria.
▶️enogastronomia, è gusto per la vita.
▶️prodotti Made in Italy, moda, cibo, vino.
📍Il comportamento del turista cinese tipo infatti è cambiato. Con l’innalzamento del livello di cultura, del tenore di vita e l’esperienza di viaggio anche le esigenze sono cambiate. Qui trovi un excursus di come era il turismo cinese in Italia Pre pandemia.
Non più quindi il classico tour organizzato di gruppo, con tappe mordi e fuggi di qualità scadente, ma una ricerca più attenta di esperienze da vivere di alto livello.
I viaggi in grossi gruppi, con una scaletta di cose da vedere serrata, con mete tipiche del turismo di massa, outlet della moda da visitare e ristoranti che offrono cibo cinese o solo le pietanze italiane più conosciute, sono in parte solo un vago ricordo.
I tour di gruppo sono meno apprezzati anche di conseguenza ai cambiamenti di abitudini post pandemia: si preferisce viaggiare con persone che si conoscono. I viaggi con sconosciuti sono ancora accettabili solo se tematici, e dunque basati su un interesse condiviso, come ad esempio lo sport, la fotografia, la musica.
Da uno studio dell’ENIT appare come l’Italia sia ancora una delle mete più ambite del turismo cinese in Europa, soprattutto per quanto riguarda i cittadini di prima fascia già abituati a viaggiare nel 2018 e 2019.
Una delle differenze sostanziali rispetto al turismo pre-pandemia, è che il turista cinese è interessato a venire in Italia, oltre che per la nostra moda, l ‘enogastronomia e l’arte, anche per il nostro patrimonio naturale.
I cinesi, sempre più stretti in una vita metropolitana, dai ritmi serrati, ricercano l’autenticità nei loro viaggi:
Esperienze a contatto con la natura, in montagna, mare e in località che prima non venivano prese in considerazione come le 5 Terre e la Sicilia.
Arrivano turisti appassionati di arte e cultura, con la voglia di scoprire e conoscere il nostro patrimonio.
Enit ha da poco pubblicato l’outbound travelers research che descrive molto bene la situazione.
La lista dei desideri del turista cinese è un po’ cambiata da prima della pandemia, ma i germogli si potevano già scorgere.
La visita mordi e fuggi alle principali città d’arte non è più sufficiente a soddisfare aspettative di viaggio. I giovani in Cina stanno dedicando molta attenzione alla carriera e all’autoaffermazione e tendono a sperimentare località autentiche, destinazioni che consentono esperienze di viaggio approfondite. I cinesi oggi guardano a mete prima non considerate come ad esempio la Sicilia, le Cinque Terre e le destinazioni balneari che prima erano trascurate e ora sono vissute pienamente, pur con modalità peculiari.
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Enit ha preparato la ripartenza posizionandosi su tutte le principali piattaforme digitali cinesi e ha commissionato uno studio per valutare quali cambiamenti siano intervenuti nella percezione che i turisti cinesi hanno della destinazione Italia. Secondo ENIT
“Va adattato il prodotto turistico tenendo conto che si tratta di viaggiatori con un ammontare di tempo inferiore rispetto ad altri mercati per ogni singola attività. Va sottolineata l’unicità di ogni singola esperienza e va costruita una narrativa localizzata dal punto di vista della qualità del messaggio, nonché favorito il contatto con la popolazione locale, soprattutto con chi condivide i medesimi interessi. In tema di adattamento del prodotto è importante inserire anche attività educative per bambini. Dobbiamo concentrarci sulla qualità invece che sulla quantità, sul monitoraggio della soddisfazione invece che sui grandi numeri” dichiara
Ivana Jelinic Presidente e Ceo Enit.
Dopo la pandemia la percezione nel turista cinese sull’Italia è cambiata e non in meglio.
Secondo l’ENIT infatti, il modo in cui ci siamo mossi nei primi periodi della pandemia non ha giovato alla nostra immagine. Molti cittadini cinesi, expat nel nostro paese, si sono sentiti additati e discriminati. Si sono resi conto di quanto fossimo impreparati nell’affrontare una situazione molto più conosciuta e già affrontata in Cina.
La percezione dell’Italia come un luogo poco sicuro, investe anche altri ambiti che includono la micro criminalità. Il timore è quello di subire furti e di trovarsi in situazioni di pericolo.
Per questa ragione ci vorrà ancora un po’ di tempo perché la situazione si normalizzi e il turismo dalla Cina ritorni ad avere un peso sulla nostra bilancia. Le previsioni parlano del 2024, per rientrare a regime.
La barriera linguistica è la principale preoccupazione tra i viaggiatori cinesi (47%). Le preoccupazioni per la sicurezza (43%) sono il 2° motivo che impedisce ai viaggiatori di visitare l’Italia.
Chi ha già visitato l’Italia dice che ritornerà (97%). Ciò dimostra l’apprezzamento per il nostro territorio e i servizi offerti. I paesaggi naturali (64%) e architettura (64%) sono i due principali motivi che ispirano i turisti cinesi a visitare l’Italia, seguiti da un 56 % che viene in Italia per la cucina.
Due sono principalmente i periodi in cui i cinesi viaggiano e sono in concomitanza con le maggiori feste nazionali e i periodi di ferie più lunghi. Capodanno cinese e la Golden Week (prima settimana di ottobre). Il numero di viaggi outbound dalla Cina è previsto superare i livelli del 2019 entro il 2024.
Nei primi due mesi dell’anno i visti per turismo rilasciati dall’Italia a cittadini cinesi hanno raggiunto il 30% rispetto ai livelli del 2019, e dal 15 marzo l’Italia è entrata a far parte della lista di destinazioni autorizzate anche per i gruppi. L’obiettivo è raggiungere e superare entro il 2024 i livelli del 2019, anno dei record per il turismo cinese outbound, quando l’Italia era prima destinazione in Europa con oltre 3 milioni di arrivi e 5,4 milioni di presenze. La maggior parte dei viaggiatori è disposta a partire ma necessita di tempo per viaggiare in Europa.
Il 20% degli intervistati che ha esperienza di viaggi fuori nazione è pronto a partire per l’Europa nel 2023. Inoltre, più della metà del totale (57%) inizierà il viaggio in Europa entro 2 anni e l’85% entro 3 anni. Nel 2019 sono stati circa 170 milioni i viaggi di cittadini cinesi fuori dalla propria nazione. Solo una percentuale vicina al 10% dei cittadini cinesi possiede un passaporto.
Permangono fattori strutturali che rallentano la ripresa dei viaggi outbound dalla Cina: i tempi di ottenimento dei visti, il numero di collegamenti aerei, ancora insufficiente a soddisfare la domanda, e i costi molto alti.