Moltissimo. L’abbiamo visto, lo vediamo e lo vedremo.
Sia in ambito turistico, sia nei consumi, soprattutto se parliamo di mercato del lusso.
Il turista cinese è attualmente ancora un po’ cauto nei suoi movimenti e ha effettuato nell’ultimo anno, per lo più viaggi interni. Questo è anche frutto di una politica attuata dal governo cinese che sta spingendo molto su alcune nuove mete turistiche e sta lavorando per far si che i consumi avvengano, quanto più possibile, all’interno del paese.
Il turismo domestico cinese, pare stia tornando ai livelli pre covid con un 95,5 % rispetto al periodo citato. Da fonti ANSA, nella prima parte dell’anno, erano già stati fatti 2,36 miliardi idi viaggi interni. ” Le entrate del turismo domestico ammontano a 1.950 miliardi di yuan (circa 301 miliardi di dollari) durante questo periodo, in crescita del 208% rispetto all’anno precedente.”
In alcuni casi il numero di prenotazioni ha raggiunto e a volte superato il 2019.
Nel 2020 c’è stata una frenata dei consumi in molti settori.
Oltre il 60% del fatturato del personal luxury ha fatto capo al continente asiatico. La Cina ha rappresentato il 45% del consumo globale del lusso, e avrà sempre più peso.
Ma cosa sono questi beni di lusso e come facciamo ad identificarli?
Sono oggetti che hanno un prezzo sopra la media (dato dal loro brand o dalla loro qualità o entrambe le cose).
Sono esclusivi e a volte rari.
Conferiscono un certo prestigio a chi li acquista, reale o percepito.
I settori di punta sono:
Nautica – ricopre il vertice della piramide del lusso, non ha praticamente mai avuto inflessioni, nemmeno in piena pandemia. Ha registrato un +9% nel 2021.
Auto – +7% nel 2021.
Gourmet food – + 6 % nel 2021.
In generale nel 2021 vediamo un incremento dei consumi del personal luxury goods del 18%.
I mercati trainanti sono Cina e USA.
Chi sono i maggiori acquirenti? I millenials e i nati tra la metà anni 90 e il 2000.
Al tempo stesso l’on line sta avendo una vera e propria impennata, con una crescita degli acquisti di anno in anno.
2014 era il 15%
2018 il 10%
2019 il 12 % del totale.
2020 il 23%
e secondo le previsioni Altagamma si pensa che arriverà ad un 30% nel 2022.
A trainare il digitale, indovinate chi c’è? Sempre la Cina.
Il gourmet food, che ha avuto una decrescita a causa della crisi della ristorazione, ha visto un aumento di acquisti on line, soprattutto per quanto riguarda il vino.
C’è un clima generale di ottimismo. Le speranze di ripresa, si fondano soprattutto sui mercati asiatici e americani.
In futuro il peso dell’Asia e della Cina sul consumo globale sarà sempre più evidente.
I consumi cinesi su territorio europeo sono attualmente come sappiamo, limitati e lo saranno probabilmente fino al 2022. E’ difficile fare una stima. Non sappiamo come andranno gli spostamenti e quali decisioni verranno prese da un governo, quello cinese, che sta cercando di confinare il più possibile i consumi internamente.
è stato il settore che più ha sofferto in pandemia, ma sta vedendo una buona ripresa nel 2021. Anche le previsioni sono rosee e si basano sul sentimento di revenge spending che si sta diffondendo.
La tendenza anche in questo caso è muoversi verso il retail digitale.
INDETEX ha deciso di chiudere tutti i suoi punti vendita fisici Bershka, Pull and Bear e Stradivarius in Cina, mantenendo attivo solo l’on line. Resteranno aperti Zara, Zara Home, Oysho e Massimo Dutti.
Le parole chiave per la ripresa sono dunque, lusso, Cina, digitale.