
Dove in Cina tutto cambia velocemente, in Italia servono anni. Messe a confronto la nostra cultura e quella cinese rivelano parallelismi e differenze abissali.
Quanta poca lungimiranza c’è stata nel progettazione dei piani di sviluppo urbano in Cina. Io che amo i piccoli borghi, le città antiche, che amo assaporare la storia in ogni luogo in cui vado, non posso che essere amareggiata ogni volta che penso a come buona parte delle antiche città in Cina siano state rase al suolo.
Averlo fatto non ha danneggiato solo la Cina e la sua storia, ma il mondo intero. Provo rabbia a pensare che con poco cuore e qualche ruspa si sia potuta cancellare la storia, la cultura di un paese, che è patrimonio dell’umanità intera.
Questo sento quando penso agli hutong e alle antiche mura di Pechino rase al suolo a partire dal 1949.
E ciò non è accaduto solo a Pechino, ma in molte altre città.
Cancellare il vecchio per lasciare spazio al nuovo.
Così diceva Mao.
Togliere di torno antiche strutture difficili da risanare, per lasciare spazio a nuovi palazzi, grattacieli, casermoni. Brutti da vedere e terribili da abitare. Emblema della nuova Cina, di quello che la Cina vuole mostrare di sé.
Quartieri antichi ricreati come fosse una Gardaland per i turisti. Quindi finti quartieri antichi.
Città completamente nuove, tutte uguali, senza personalità. Grande spazio alla speculazione edilizia.
E’ destabilizzante pensare che la propria città, il proprio quartiere, possa cambiare da un giorno all’altro. Così avviene in Cina e in altri paesi in Asia.
Non dimenticherò mai l’espressione di Olive, una mia amica e collega venuta per lavoro da Hong Kong a Belluno. Era la sua seconda volta.
A chi ha visitato la Cina e Belluno, sarà chiaro ciò che sto per raccontare.
Dopo una breve passeggiata, Olive si blocca a guardare un paesaggio: magnifica vista sulle colline. Niente altro.
Si volta mi guarda e mi dice:
“Qui è tale e quale a 4 anni fa. Da noi cambia tutto in un solo giorno”
Non mi è stato chiaro se per lei era meglio da noi o a casa sua. Di certo in questa frase è racchiusa una differenza fondamentale. Da qui si riflette un modo di vita, di pensiero, di approccio completamente diverso, che non può non incidere nell’atteggiamento e nel pensiero.
Avrei tante cose da dire e raccontare sui tassisti e i taxi in Cina ma non lo farò qui e ora. Una cosa penso farei anche ora, nonostante tutta la tecnologia che abbiamo: mi procurerei il biglietto da visita o l’indirizzo del luogo che devo raggiungere, scritto anche in caratteri cinesi.
Ma a volte non basta.
La mia prima giornata a Hong Kong è impressa nella mia memoria indelebilmente. Dopo un viaggio di 14 ore in panico ( mi ero resa conto solo una volta salita in aereo, che stavo partendo per un viaggio da sola che mi avrebbe tenuta lontano da casa per 6 mesi e più), 0 ore di sonno e il jet lag , uscii dal mio nuovo appartamento per andare a cena con il mio boss e sua moglie.
Errore fatale, presi la metropolitana senza accorgermi che per ogni fermata c’erano dalle 2 alle 10 uscite. La mia stazione Jordan, arrivava mi pare alla G, quindi ne aveva 7. Io non me ne accorsi.
Una volta rientrata stremata alle 10 di sera, mi resi conto di non sapere da che parte uscire. Pensai di riuscire a orientarmi e presi un’uscita a caso. Ma non fu così, ogni via sembrava uguale alle altre. Il telefono non aveva ancora la scheda cinese e io, mi accorsi, non potevo fare chiamate dal mio. Anche aiutata da alcune ragazze che si offrirono di chiamare il mio capo per me, non ne venni fuori. Avevo certo l’indirizzo del mio appartamento, ma tutti, quando glielo mostravo, apparivano confusi e non sapevano aiutarmi.
Quando l’ultimo gruppo di persone cercò di aiutarmi, mi disse però di stare attenta e allontanarmi da quella zona, perché ad una certa ora diventava pericolosa. Presa dal panico decisi, che anche se sapevo essere attaccata a casa, l’unica soluzione era quella di prendere un taxi. solo lui avrebbe saputo portarmi a destinazione.
Io credevo… E invece anche il taxi cominciò a vagare per un tempo che mi sembrò troppo lungo per raggiungere una meta così vicina . Il tassista mi guardava dallo specchietto e rideva (forse col senno di poi era imbarazzato). Cominciai a pensare che il tassista si stava approfittando della situazione, o che poteva essere solo un serial killer che mi stava portando in una zona isolata per farmi fuori, vedevo già mia madre andare a Chi l’ha visto?..
Fino a che il tassista presa una curva un po’ sportivamente, andò addosso ad un energumeno, l’unico energumeno a Hong Kong credo, muscoloso e pieno di tatuaggi, che cominciò a dare pugni al cofano del taxi.
E da questa esperienza capii tre cose:
La strada dove abitavo io era appena stata prolungata, aggiungendo un pezzo che fino a tempo prima non c’era. Da quel giorno non uscii più dopo le 20.30 da circa un mese. E quando mi azzardai a tornare in società imparai la strada per dare indicazioni al tassista di turno. Non solo quello di quella sera non sapeva portarmi a destinazione, ma nessuno di tutti quelli che mi hanno accompagnata, nei due mesi in cui rimasi lì, sapevano raggiungere l’indirizzo del mio alloggio. Sembra pazzia pura. Ma era così.
Quante cose può aver visto, quanti cambiamenti può aver vissuta una persona che ora ha 80 anni in Cina?. Dalla Rivoluzione culturale e una Cina quasi completamente rurale, ad una Cina in cui l’urbanizzazione è sempre più spinta, le città sempre più grandi e più automatizzate. Se i nostri anziani hanno vissuto moltissimi cambiamenti, gli anziani cinesi ne hanno visti molti di più. Partivano da una condizione più arretrata a livello industriale e tecnologico e ora ci hanno superato. Le città sono sempre più smart e controllate da computer e robot, i pagamenti vengono fatti dappertutto con il telefono e WeChat, anche nel supermercatino di paese. I treni sono super veloci e potrei continuare per ore.
Le radici , i credi, le festività, le tradizioni, restano ancora molto vive, per fortuna. Tradizione convive con la modernizzazione, così che chi ama la Cina come me, possa comunque assaporare la sua essenza, che resta vorrei dire viva anche se leggermente mutata.