I genitori di Giacomo, sono una coppia come tante, che però parte già avantaggiata dal punto di vista linguistico. La mamma di Giacomo è francese. Quindi Luca a tre anni parla già italiano e francese. All’asilo, gli stanno insegnando l’inglese. Quindi Giacomo oggi parla italiano, francese e anche qualche parole di inglese. I suoi genitori vogliono offrigli un’opportunità in più. Convinti che il cinese sia la lingua del futuro, desiderano che il loro bambino cominci a “masticarla” fin da subito.
I contro di imparare una lingua da piccoli, si raggruppano esclusivamente nella fase iniziale. Mi spiego: i genitori hanno deciso che Giacomo deve imparare la lingua cinese. Giacomo accetta di buon grado, ma in un certo senso subisce la decisione dei genitori. Non è una scelta consapevole quella che lui fa, mossa da delle motivazioni a lui interne. Gli manca dunque la spinta che può avere un adulto, manca il motore e la carica per impegnarsi a raggiungere un risultato.
Giacomo non ha degli obiettivi. Non deve imparare cinese per lavoro. Non ha deciso di studiare cinese perché ha difficoltà di comunicazione con clienti/fornitori/collaboratori. Nello studiare cinese, non trarrà un vantaggio immediato. Non avrà la possibilità di applicare la lingua fin da subito nel suo ambiente lavorativo.
Giacomo non ha deciso di studiare cinese, perché attratto dalla cultura e dalla lingua come potrebbe essere il caso di una persona adulta.
E ancora, Giacomo non sta studiando cinese perché ha in previsione di fare un viaggio in Cina. Quindi non si chiede nemmeno cosa vuole o ha bisogno di imparare per fare acquisti, prendere un taxi, ordinare al ristorante ecc.
Giacomo deve sentirsi prima di tutto bene e a suo agio. Non deve sentire troppo la pressione, deve pensare che io sono lì si come insegnante, ma anche per farlo giocare e intrattenere, farlo divertire. Altrimenti Giacomo vedrà il momento dedicato all’insegnamento del cinese come una costrizione, una forzatura, una fregatura insomma.
Giacomo deve legare l’idea della lingua cinese ad una sensazione, un sentimento positivo. E dopo tutto ciò, Giacomo non si deve annoiare, mai, e deve incuriosirsi. Vedremo come.
Dopo questi presupposti imprescindibili, Giacomo va attratto con suoni, colori, esperienze, emozioni.
I tempi di attenzione in un bambino che oggi ha tre anni, ma anche nei bambini più grandi, sono limitati. Se osservate un bambino di quell’età vi accorgerete che ha sempre bisogno di cambiare gioco, si stanca facilmente. Quindi giocherà per 5 minuti con le macchinine, poi vorrà colorare, poi si stancherà di stare seduto e avrà bisogno di muoversi. Bisogna tenere conto di questo quando un bambino sta imparando qualcosa. Non starà di certo seduto e fermo per un’ora di fila. Le attività dovranno essere tra le più varie e comprendere momenti di calma e movimento all’interno anche solo di un’ora. momenti in cui il bambino partecipa attivamente e momenti in cui ascolta.
I contro di imparare la lingua da piccoli, diciamocelo, sono più per l’insegnante e i genitori che per il bambino stesso. Se insegnata nel modo giusto infatti, la lingua viene vissuta come un gioco. E deve essere così, altrimenti è facile che il bimbo sviluppi un vero e proprio rifiuto nei confronti della lingua che cerchiamo di inculcargli.
Quindi i pro di imparare una lingua da piccoli, sono nettamente superiori rispetto ai contro.
Partiamo dall’idea che una delle difficoltà maggiori di un adulto che comincia a studiare cinese, è il pregiudizio. In alcuni casi le aziende preferiscono assumere personale giovane, non solo per una questione economica, ma anche di “spazio di manovra”. Perché? perché una persona con poca esperienza e con meno conoscenza è più elastica. E’ come una tela bianca, su cui si può dipingere un po’ quel che si vuole. La stessa cosa, anche un bambino che apprende il cinese è come una tela bianca. Un bambino è libero da giudizio e pregiudizio. Raccoglie le informazioni con poco o addirittura senza spirito critico. E questo diventa molto utile soprattutto con una lingua così diversa come quella cinese. A volte cercare parallelismi, porsi costanti domande è più controproducente che altro.
Il bambino attraverso il gioco apprende, e non se ne accorge. Ci mette più tempo, ma quando impara qualcosa, quel cosa gli rimane impresso più a lungo e con più forza.
L’apprendimento nei bambini avviene non attraverso lo studio ma attraverso i sensi. Nei bambini piccoli, infatti, la parte del cervello più stimolata è quella uditiva e non quella mnemonica, caratteristica dello studio consapevole.
In sostanza, così come tutti noi abbiamo appreso la prima lingua, è possibile impararne anche una seconda: il processo è naturale e avviene quasi senza sforzo. i bambini adoperano la lingua senza ingabbiarla con le regole grammaticali. Questo garantisce un processo più istintivo, proprio come quando si apprende la lingua madre.
mostra come il periodo di maggior genialità nell’individuo, termini all’età di 7 anni, da qui comincerebbe il declino.
Insegnando a persone di età varia, non nego la possibilità di studiare la lingua cinese anche superati i 60. Premetto però sempre ogni volta, quanto sia necessario aprire la mente e cercare di renderla elastica il più possibile, prima di approcciare ad un mondo così diverso come quello orientale.
Un bambino che studia cinese fin da piccolo avrà molte più probabilità di crescere con una mente più aperta alle diversità, le vedrà come ricchezza e non come ostacolo. Avrà più facilità nel ragionamento e nella risoluzione dei problemi.
Leggi l’articolo che parla delle mie esperienze di insegnamento del cinese ai bambini QUI.
Ti racconterò quindi, con quali mezzi e strumenti sto insegnando il cinese a Giacomo e come tutto questo può tornare utile anche a te.