Quando il nuovo arriva con gentilezza e si fonde armonicamente con ciò che c’è già.
Siamo abituati a sentir parlare di urbanizzazione veloce, demolizioni selvagge, sfratti violenti. Una modernizzazione delle città cinesi, che spesso si è accompagnata ad un abbattimento del vecchio, fatto senza considerazione del suo valore culturale e storico.
Mutamenti repentini delle città, sviluppi di edilizia moderna che non segue piani urbanistici ed etici.
Un tempo la città di Pechino si sviluppava su perimetri quadrati, con i suoi tipici vicoli, gli Hutong. Le sue costruzioni tipiche gli Siheyuan 四合院, ricoprivano dei perimetri quadrati con un cortile centrale.
Sempre un tempo a Pechino, vigeva la regola, che le costruzioni non potevano superare in altezza gli edifici della città proibita.
Questa legge ora non viene più considerata.
I grattaceli alti e super moderni, mal si sposano con la Pechino antica, che è stata stravolta e rasa al suolo nella sua più profonda essenza.
Nei primi anni del 900, la città aveva già subito l’invasione nipponica prima e del Kuomintang poi e versava in una condizione disperata, con detriti e sporcizia ovunque. Con l’arrivo dei comunisti questa situazione fu sanata, ma si rischiò di perdere la Muraglia e la Città Proibita, simbolo di un’epoca di corruzione, da dimenticare. Per fortuna questo non accadde.
Ma questa è un’altra storia e magari te ne parlerò un’altra volta.
In un contesto come questo, di modernizzazione selvaggia, senza attenzione e senza ritegno, leggere del Yuecheng Courtyard Kindergarten, mi ha scaldato ilo cuore.
E’ un bellissimo esempio di integrazione tra antico e moderno e una rappresentazione della cura e il rispetto per gli anziani che sta alla base della cultura confuciana e quindi della cultura cinese.
Foto: Hufton+Crow , Arch Exist, Iwan Baan, Fangfang Tian, CreatAR Images
Foto © Fangfang Tian
L’asilo Yuecheng a Pechino è un vero esempio di integrazione intergenerazionale.
Lo studio MAD si è impegnato nel 2017 a progettare un asilo a Pechino che ricopre un’area di 9,275 mq. Accanto all’asilo, un Siheyuanche ospita una casa di riposo.
L’asilo oggi conta 390 bambini dall’ anno e mezzo ai 6 anni.
Nella costruzione affianco, gli anziani allietano le loro giornate guardando i bambini giocare.
Foto © Hufton+Crow
La costruzione progettata da MAD, cambia la forma del Siheyuan sul quale è stata costruita, e lo sorregge, circondandolo da forme morbide e avvolgenti . Il “nuovo” non ricopre e non mette in ombra il vecchio, ma si sposa con lui in modo armonico.
Foto © Fangfang Tian
l nuovo edificio presenta un tetto che sembra quasi galleggiare e unisce le varie sezioni dell’asilo. Sono ripresi i colori della città proibita, il giallo, il rosso delle mura, il blu e il grigio dei mattoni degli hutong. Tutto a ricordare la radici, tutto a unire senza shock il nuovo al vecchio. Per mantenere un filo conduttore, per far sentire parte di un tutto, parte della storia.
Foto © Arch Exist
Allo stesso modo, come la “OLD Beijing” era ricca di cunicoli, tunnel tetti, anche Yuecheng Courtyard Kindergarten riprende queste forme. La sua struttura si snoda attorno alla natura e la avvolge. All’interno delle varie parti della costruzione troviamo piante e alberi antichi. L’asilo si snoda attorno ad essi e nel loro rispetto.
L’esterno è connesso all’interno attraverso ampie vetrate.
Il tetto ondulato rende il paesaggio quasi marziano e induce i bimbi a correre, giocare e interagire godendo di una visione, che lascia spazio all’immaginazione e a possibilità infinite.
Il passaggio tra esterno e interno è gradevole. L’interno è accogliente e luminoso, illuminato gradevolmente dalla luce naturale che entra dalle vetrate e dalle aperture poste sul soffitto.
YueCheng Courtyard Kindergarten mostra come le più disparate forme architettoniche, possano coesistere e essere affiancate valorizzandosi reciprocamente. Mostra come varie generazioni possano vivere vicino e godere della reciproca presenza.
Mostra come si possa continuare a costruire edifici moderni, nel rispetto di ciò che esiste già, della storia e della cultura. Dimostra quanto con un profondo studio del territorio, conoscenza e sensibilità, si possa guardare al futuro senza calpestare brutalmente un passato che fa parte del DNA di un paese.